mercoledì 28 maggio 2008

I'm jazzed I'm here - New Orleans / 2

Decollare da Washington fa sempre un certo effetto. Dal Reagan National Airport si vedono tutti i monumenti e il Pentagono e la distesa verde sotto cui vive la città.
Sto attaccato al finestrino come sempre, finché le nuvole non nascondono il paesaggio. Poi mi metto a leggere le Lettere da New Orleans di Rob Walker, di cui mi mancano le ultime pagine. Sto finendo la lettera su "St. James Infirmary", una canzone con una storia singolare di cui poi dirò.
Poi Help! dei Beatles nell'iPod, il tempo che finisca e l'aereo comincia a scendere nelle paludi. Costeggia una strada che scorre sospesa sull'acquitrino, verde muschio e marrone di acqua che si estende a perdita d'occhio. Sembra di atterrarci dentro quando si arriva all'Aeroporto di New Orleans, il Louis Armstrong International Airport. "Welcome to New Orleans, we're jazzed you are here!" dicono i cartelli gialli blu. "Grazie -penso- anche io sono jazzed di essere qui".

Trovo lo shuttle che ho già pagato e mi porterà in albergo. Ho però dimenticato di stampare il voucher, bisogna telefonare alla compagnia e farselo faxare. Chiedo all'impiegata se per favore può parlare lei con la compagnia e lei gentilmente acconsente. Ci sarà da aspettare una mezz'oretta, dice che le dispiace, di andare in bagno o a prendere qualcosa da bere se voglio... Io invece vado a cercare una copia del giornale locale, The Times Picayune, perché da un giornale locale si possono capire tante cose, e soprattutto alla ricerca dei necrologi.
Le mie aspettative in merito sono deluse solo in parte: di necrologi ci sono ben due pagine e mezzo (altrettante ce ne saranno i giorni successivi), e ognuno ha la sua foto, e li leggo tutti per cercare almeno un funerale jazz. Questo però non lo trovo, mi dovrò accontentare dei concerti "dal vivo".
Nel frattempo ci si fa due risate con l'impiegata della compagnia dello shuttle e un altro inserviente dell'aeroporto, che a piacere storpiano il mio nome da Naicoul a Nicoulaa.
Ho letto quasi tutto il giornale e sono lì da circa un'ora quando finalmente risolvono e mi fanno il biglietto. L'attesa però non è pesata. Piove sulla strada che porta alla città e pioverà tutta la sera.

A city with personality - New Orleans / 1

Riordinerò presto i miei pensieri su New Orleans, da cui sono tornato l'altro ieri.
Solo una breve considerazione per ora.
Qualche giorno prima di partire sono andato in libreria. Avevo in mano 3 libri: una guida Frommer e due libri di autori che hanno vissuto a New Orleans e hanno voluto raccontarla. Dopo qualche attimo di indecisione, ho lasciato perdere la guida e ho preso gli altri due. Poi qualche dritta da chi c'era stato prima di me e una mappa hanno fatto il resto.

A New Orleans si può andare con due stati d'animo diversi: voglio bere e divertirmi è il primo; voglio capire questo posto è l'altro. Credo di essere riuscito a fondere bene entrambi gli aspetti, per quanto il secondo sia quello che ho privilegiato.
Non sono sicuro, in effetti, di aver capito New Orleans. Di certo, però, posso dire che a ragione in entrambi i libri che ho letto prima di andarci e mentro ero lì, si descrive New Orleans come un posto unico al Mondo, una città che non lascia indifferenti, "a city with personality".
Rob Walker - Letters from New Orleans
Tom Piazza - Why New Orleans Matters?
[William Faulkner - New Orleans Skecthes]

domenica 18 maggio 2008

martedì 13 maggio 2008

A forza di essere vento

L'Italia ha finalmente raggiunto la pacificazione nazionale. Non più odii di partito, ma una sana rivalità, confronto democratico di posizioni diverse.
Il capo dell'opposizione telefona al capo della maggioranza per dirgli "complimenti, hai vinto"; il capo del governo telefona al capo dell'opposizione... Finalmente si dice basta alle demonizzazioni dell'avversario. E se un giornalista osa ricordare le frequentazioni mafiose della seconda carica dello Stato, lo scandalo e' che il giornalista le ricordi, non che il Presidente del Senato sia andato a braccetto coi boss. E in questa nuova Italia pacificata i cori a difesa del Presidente del Senato si alzano, prima ancora che dalla maggioranza, dalla stessa "opposizione": questo si' che e' un Paese civile!

Alta espressione di civiltà, d'altra parte, e' offerta anche a Napoli. Una città sommersa dai rifiuti, abbandonata a se stessa da una classe politica corrotta e/o incapace, afflitta dalla violenza della camorra. Una città che a tutto questo finalmente reagisce e si ribella, lanciando pietre e molotov contro i campi ROM.