domenica 25 gennaio 2009

La Storia... vista da Puerto Rico

Un anno, forse più, in attesa del 20 gennaio 2009.
Un anno, forse più, in attesa che finisse il calvario della presidenza Bush.
Da quella notte di festa del 4 novembre, in attesa che i miei nuovi vicini finalmente mettessero piede nella Casa Bianca.
Più di due mesi ad aspettare questo momento storico, consapevole che un giorno avrei potuto raccontare ai miei nipoti che quando Barack Obama diventava il 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, il primo nero, io c'ero!

...beh, ai miei nipoti dovrò raccontare qualcos'altro...
Mentre la Storia faceva il suo corso a pochi isolati da casa mia, io mangiavo costolette di maiale a "La Bombonera" in Calle San Franisco a San Juan Viejo, Puerto Rico.
Non capita spesso di avere quattro giorni di vacanza uno dietro l'altro; e poi il freddo, la confusione, il tutto per assistere alla Storia che si compie su un maxi schermo? Il tutto per poi raccontarlo a dei pargoli che, nella migliore delle ipotesi, non vedrano la luce prima di una cinquantina d'anni, e magari mentre io starò lì a raccontare rideranno pure sotto i baffi del nonno rimbabito che racconta sempre le stesse storie? Thanks, but no thanks!
Ho scelto il mare e il sole e la spiaggia caraibica di Puerto Rico, e non posso certo dire di essermene pentito.

Trascorro il primo giorno a San Juan, la capitale di questa piccola isola, territorio degli Stati Uniti e serbatoio di giovani ispanici da mandare alla guerra. Ce n'è diversi con me sull'aereo da Atlanta, e vengono accolti dalle famiglie con grande entusiasmo. In verità, tutti i passeggeri vengono accolti con un calore e clamori che non vedi, solitamente, all'uscita degli aeroporti washingtoniani.
A San Juan è in corso la Fiesta de la Calle San Sebastian: un fiume di gente nelle strade, con percussioni e trombe ad ogni angolo, a suonare e danzare, a bere e mangiare empanadas, fritte per la strada inondata dal profumo. Mentre sul grande prato che porta al forte in riva al mare, i bambini fanno volare gli aquiloni finchè non fa buio.

Gli altri due giorni li passo a Culebra, una minuscola isola a un'ora e mezzo di traghetto da Puerto Rico. Le foto (nel prossimo post) dicono di più di questo piccolo paradiso terrestre di quanto non possano dire le parole. Dirò solo che a due passi dal piccolo porto c'è "The Spot", dove un italo-svizzero e sua moglie servono pocket pitas e caffè espresso e garantiscono che si vive meglio in questo pezzo di terra di 11 chilometri per 5 in mezzo all'Atlantico che a Lugano.

Il tempo di tornare arriva troppo presto. Sul volo da San Juan ad Atlanta il cielo offre lo spettacolo di un coloratissimo tramonto, ignorato dagli occhi dei passeggeri fissi su schermi vari, come ipnotizzati dalla tecnologia, e impegnati a produrre ogni sorta di beep e click. Almeno finchè anche il tramonto non lo venderanno su iTunes...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Mentre la Storia faceva il suo corso a pochi isolati da casa mia, io mangiavo costolette di maiale a "La Bombonera" in Calle San Franisco a San Juan Viejo, Puerto Rico." VERGOGNA !!! Le costolette di maiale sono piene di colesterolo! W OBAMA
Enzo

Anonimo ha detto...

facendo un po' di conti, si deduce che attualmente prevedi di diventare nonno assai tardi!! Io preferirei vedere i miei nipotini un po' prima di essere rimbambita!!!
Marilena

Roby ha detto...

Temo che ai toui nipoti narrerai di come mangiavi costolette di maiale mentre ti illudevi che qualcosa stesse cambiando.....

Salutami la mia America!!!

Roby