sabato 19 gennaio 2008

L'indiano e lo svedamericano

Metti una sera a cena, in un ristorante indiano da qualche parte qui in Virginia, un indiano e uno svedese-danese-americano.
Lo svedamericano si chiama Jonas e da quando è nato gira il Mondo, tant'è che non sa rispondere alla domanda "where are you from?". Perché lui è svedese, è danese ed è americano; ha vissuto in Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Togo, Camerun, Dubai, Repubblica Ceca e forse qualcuno l'ho dimenticato. Non deve avere più di 27-28 anni, il che significa che in ognuno questi posti in media ci ha vissuto meno di 4 anni. Dei primi 3 ha la nazionalità, ma a nessun può dire di appartenere. Jonas è laureato in Business Administration e lavora in azienda: 50 settimane all'anno di lavoro, 2 di ferie.
L'indiano si chiama Prateek e viene dall'India e, più precisamente, dal Nord dell'India. Porta un anello con una grossa pietra verde al mignolo, un portafortuna in cui però non crede poi tanto: per sapere se davvero ti ha portato fortuna, dovresti rivivere la tua vita senza portarlo addosso.
Prateek ha scritto nella mano che lui diventerà ricco un giorno. Ma non si è ancora fatto un'idea di come possa venirgli questa ricchezza. Forse chi gli ha letto la mano si riferiva a "un altro tipo di ricchezza". Di certo sa che la "ricchezza materiale" non gli verrà dal lavoro. Lui è nato di domenica e considera questo un segno del destino: "Sono nato di domenica, non sono nato per lavorare".
Dice a Jonas che lui ha un lavoro, ma non lavora. Il biondo svedamericano non coglie la differenza e lui spiega: "C'è una differenza fra avere un lavoro e lavorare: avere un lavoro significa che qualcuno ti paga per farlo, lavorare significa fare qualcosa". E lui, Prateek, quel qualcosa non lo fa.
In ufficio la sua unica preoccupazione è quella di sembrare indaffaratissimo, pieno di lavoro fino al collo, in modo da farsi dare meno lavoro possibile dal suo capo. Lui fa finta di lavorare al solo scopo di non lavorare.
Jonas rabbrividisce, lo guarda come se fosse un alieno o un fantasma. "Ma se lavori di più, puoi guadagnare di più, essere promosso", dice. E Prateek: "No, dove lavoro io non puoi guadagnare di più e non ci sono neanche promozioni". Jonas non crede alle sue orecchie e si arrende e tace e sorride come chi ha capito di avere a che fare con un matto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, ma lo sai che hai scritto l'inizio di un soggetto cinematografico?! Vuoi rubarmi il lavoro, caro? ;-)Cmq a parte gli scherzi, è scritto davvero come se fosse una storia per il cinema...è un ottimo spunto per un soggetto... quasi quasi te lo frego, hi hi hi!

marco ha detto...

vai tranquilla, saccheggia pure! Basta che poi quando fai il discorso dopo che vinci l'Oscar ti ricordi di ringraziare anche me ;-)

Anonimo ha detto...

...ma Prateek che lavoro fa?
enzo

marco ha detto...

boh?! vabbè, essendo indiano sicuramente lavora coi computer... ma di più non saprei dire. cmq la sua strategia è fare finta il più a lungo possibile, poi lo licenziano e lui trova un altro posto dove fare la stessa cosa

Anonimo ha detto...

Allora non sono l'unica a far finta di lavorare.....Grande Prateek!!! :-)
Baci
Letizia